5.4.08

Un bel blocco di cemento armato


Un bel blocco di cemento armato davanti a una cassa per non farla muovere. E sì che quella bellissima cassa ha goduto di groove immensi. Prima il batterista degli Orange Sunshine, un hippy figlio dell'Olanda più "aperta", un personaggio che catturava l'attenzione facendo a gara con la musica. Impossibile non rimanerne ipnotizzati.
Magro come la fame, brutto come una bestemmia, si sparava le pose facciali indossando un paio di occhiali a goccia arancioni che erano già di per sè un trip. Lo trovavi sorridente e felice dietro al banchetto a vendere vinili, cd e magliette (a 7 euro!). Cercavo il cd del loro primo Homo Erectus ma avevano solo il vinile. Alla mia faccia dispiaciuta mi fa "Get a record player!". Come non dargli torto. Ho scelto il cd dell'omonimo. E ho fatto anche un pò di spesa dai DW chè sti americani col dollaro debole bisogna aiutarli..
Set relativamente breve per loro essendo band spalla ma 45 minuti volati via in un soffio.

Poi quell'omaccione che la buona madre ha chiamato Trinidad. Un simpatico orsacchiotto che dispensava fraternità e amore tra un pezzo e l'altro e una bestia durante le pelli. Ha fatto presto a grondare sudore e i fari rossi sparati dietro esaltavano il sudore e le sputazzate che si andavano a schiantare contro il suo microfono. E per rompere il ghiaccio si è portato in avanti per battere un cinque alle prime file, me compreso che mi sono trovato con una mano bagnata..
A completare il trittico un camionista alla chitarra e un patatone biondo scandinavo al basso. Tre tizi che non sembrava c'entrassero un cazzo tra loro ma che sono stati compatti come un pugno chiuso. Questi signori pescheranno pure dalla tradizione, dai temi sulla frontiera americana-nostalgia-dylan-springsteeen e balle varie ma è innegabile che mettano dentro quelle note una rabbia e una potenza che li rende molto attuali. Non vorrei ripetere che siano "metal" nell'attitudine perchè oggi fa figo dire di essere "metal" (ma solo nell'attitudine, per carità!) ma l'idea è quella.
Scaletta di dieci pezzi per un'ora e un quarto di set intensissimo ed equilibrato con momenti e tentativi di improvvisare jam abbastanza riusciti. E anche lì, occhi puntati su Trinidad, emulo di Carmine Appice anche in quei frangenti. Usando braccia e mani nude sui piatti per dare effetti ai piatti che non si riesce a dare con le sole bacchette, e anche lì soddisfazione anche per l'aspetto puramente scenico.

La politica del Magnolia di fare concerti infrasettimanali gratis, serve solo la tessera annua di dieci euro perchè circolo Arci, è un'ottima idea. Si soffre un pò il giorno dopo per il sonno accumulato ma passa in fretta.
E poi il Magnolia è un bel posto in cui stare anche dopo, da qualche tempo hanno aperto anche la parte interna con tavolini, sedie e tanto spazio quindi se c'è una bella serata è una goduria sbevazzare e fumarsi due-trecento sigarette.
Altre foto qui.

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