5.9.10

Freak show

Finalmente Chrome Hoof, manipolo di alieni che mi aveva incuriosito non poco qualche anno fa con il primo album omonimo (ne hanno fatto altri due nel frattempo) e che ieri sera mi hanno catturato sulla loro navicella space-freak.
Sul palco si presentano in otto, basso, batteria, chitarra, synth, violino, sax e altre diavolerie elettroniche e tromba, quattro uomini e quattro donne. Svetta la singer amazzone Lola Olafisoye un pò cubista, un pò Grace Jones, tranne lei sono tutti incappucciati con sai di argento sbrilluccicante o scuri.

Investono il Magnolia con un calderone coinvolgente fatto di dance Settanta, post-punk alla Roxy Music/Gang of Four, sortite alla Zappa e qualche bel riff metal.
Alieni non possono fare altro che musica di altri pianeti, finto sconclusionata e che ogni tanto sembrava perdersi in chissà quale anfratto siderale senza dare punti di riferimento certi anche a chi tra il pubblico cercava di seguirli ballando.

E' vero che sul palco erano un pò statici tranne la cantante ma non mi aspettavo un set di puro entertainment, e d'altra parte la gente era numerosa ma abbastanza in catalessi.
Stimolo sul doppio piano audio-video e grande curiosità porta a volte all'immobilismo. Io di mio ero preso bene, un mezzo joint in amicizia nel pre-concerto era l'aperitivo giusto.
Li vedrei benissimo a fine serata di un Roadburn qualunque a separare definitivamente i fattoni in down da quelli ancora "high", e sarebbe una bella guerra.

La cornice del Magnolia Parade è stata gradevole su qualsiasi aspetto che non fosse quello musicale - CH e Teatro degli Orrori le uniche band per me interessanti in tre giorni - Magnolia aperto in qualsiasi area del parco, tantissima gente ma non si soffriva di agorafobia, bar ovunque e in generale un bel senso di relax. Tanta bella figa che non guasta mai e pure un'aerea "Expo" con banchetti di minchiate freak di ogni tipo. Ma di dischi neanche l'ombra.

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