25.7.12

Folk Doom

Nuovo pezzo di Chelsea Wolfe, anteprima di 'Unknown Rooms: A Collection of Acoustic Songs' in uscita il 16 ottobre.



Artista rivelazione del mio 2011, finadesso non ha mai deluso, i due 'The grime and the glow' del 2010 e 'Apokalypsis' del 2011  si dimostrano dischi solidissimi e 'resistenti' al passare del tempo. 
Il secondo mi è piaciuto da subito, oggettivamente più immediato e facile da assimilare, composizioni più lineari, arrangiamenti ben definiti, voce camaleontica a là Bjork, doti strumentali non indifferenti, profilo basso e percorso indipendente. 
Il primo ci ho messo molto più tempo a digerirlo, più lungo e ricchissimo di spunti, frutto di una mente non tanto normale che intende la musica in modo non lineare, una mente a cui piace stupirsi, stupire, osare e farlo sentire.
La base folk di annerisce a tal punto da abbracciare echi di industrial, suoni di chitarre acustiche che sembrano provenire dall'interno di un acquario, corde allentate e suoni iper filtrati, pianoforte scordato e mandato in loop per creare un effetto stordente.
No, Chelsea Wolfe non imbraccia semplicemente una acustica e ti canta delle canzoni cosiddette folk, ma sfrutta lo strumento a sei corde per buttare fuori il nero. 
Per dire, Miles Davis lo faceva con la tromba, lei con la acustica, qualcun altro magari con l'ukulele.
Mesi fa quando venne annunciata la sua partecipazione al Roadburn 2012 la presentarono come un'altra faccia del dodecaedro del doom, allora non capii, mi sembrava 'semplicemente folk lo-fi', adesso si.







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