18.11.12

Bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto

Vuoi che finisca l'anno senza che anche io abbia detto le mie due stronzate su "Yellow & Green" dei Baroness?!
Ho sentimenti contrastanti, il disco è un'opera mastodontica di diciotto pezzi ma artisticamente ha delle fortissime fondamenta nelle melodie, negli arrangiamenti, nei dettagli, ma ha dei suoni di merda, o meglio le chitarre hanno dei suoni di merda quando (le poche volte) si tratta di tirarti in faccia un riffone che non abbia troppi fronzoli. Le poche volte che le chitarre dovrebbero e vorrebbero grattuggiare non lo fanno. E, per farla breve, preferisco Yellow a Green.

Ascolto Yellow" da mesi con una certa regolarità e a ogni giro mi stupisco nel trovare qualcosa di nuovo e nel modo in cui sta dentro il resto, può essere un giro di basso, uno dei tantissimi riff stratificati.
 Le melodie, beh, le melodie sono il disco.
Mi sembra chiaro come il sole che i Baroness abbiano voluto buttarsi a capofitto sul territorio delle melodie, Yellow è un disco melodico, il più melodico della loro breve carriera, probabilmente il più melodico di tutto il catalogo Relapse, sicuramente il più melodico disco di tutta quella generazione di nuovo metal americano "progressive". Delle melodie che a me non hanno ancora stancato anzi per niente perchè sono sì "sticky" ma di una "leggerezza" e classe che solo dei fuoriclasse possono aver concepito e calato dentro brani strumentalmente molto complessi.
Ok ma come la melodia si innesta dentro i pezzi è secondo me la chiave di lettura dei due dischi.

Su Yellow la melodia è innestata dentro pezzi con un bel tiro, dinamici e arrapanti; Su Green invece atterra su pezzi molto più anonimi, mi sono trovato diverse volte ad ascoltare fino a metà disco senza accorgermene e senza che i pezzi precedenti mi avessero lasciato qualcosa.
Salvo un pezzo stravagante come Psalms Alive, qualche idea ritmica nuova per loro, qualche intro interessante, poi spesso il resto si sgretola da solo sotto i colpi di una zuccherosità melodica fine a se stessa, forzata diverse volte come Board Up the House o The Line Between; e bestemmia delle bestemmie, Mtns. (The Crown & Anchor) ha un attacco che sembra rubato ai Red Hot Chili Peppers degli ultimi quindici anni, la merda delle merde per antonomasia.

Insomma, se il nuovo disco fosse stato soltanto Yellow sarebbe stato un quasi capolavoro di pop music (perchè di questa si tratta alla fine…). Niente link per il download, sembrano tutti morti ma chi cerca bene trova facilmente

Nessun commento: