25.11.12

Chicche da Detroit


Ogni volta che mi capita di pescare nell'enorme calderone della roba uscita dal Michigan negli ultimissimi Sessanta-primi Settanta rimango sempre colpito da quanta aggressività ci fosse in quelle band, quanta mancanza di mediazione, quanti vaffanculo sottintesi..
E sia benedetto Julian Cope per questo sampler sulla scena di Detroit di quel periodo, ce n'è da scavare..cominciate a scaricare..A parte i classici MC5 e The Stooges, per vie traverse qualche settimana fa mi sono imbattuto sui The New Order, una delle band di Ron Asheton nel post Stooges,  recuperatevi Declaration of War qua, qualità della registrazione bassissima ma se riuscirete a concentrarvi  sui riff noterete subito la gran qualità, la scuola MC5 & The Stooges accompagnata dai fiati..considero i The New Order una perla perduta del Detroit Sound, qui qualche dettaglio in più sulla band e sulle registrazioni.

Mi sono appena accostato alla sterminata produzione di Ted Nugent, solista e con gli Amboy Dukes, quindi giudizi complessivi non sono in grado di darne ma mi è bastato qualche pezzo sul Tubo per capire che per esempio un disco come The Call of the wild, a nome Ted Nugent and the Amboy Dukes, uscito nel '73 potesse interessarmi.
Centro pieno. 
E' chiaro che in quanto a urgenza espressiva Detroit e dintorni partorivano anche nel '73 ben altri animali ma avendo dato un ascolto fugace ai primi dischi della band, parecchio invischiati in un sound pop sixties, trovare i Dukes finalmente alle prese con l'hard-rock è stato un piacere..

Anche ascoltato oggi il disco aggiunge un paletto fondamentale allo sviluppo del hard-rock settantiano con i suoi echi di arena rock, qualche inserto di piano boogie ogni tanto, un flauto traverso random… ma per il resto è  rock senza grandi fronzoli guidato dai riff vulcanici di Ted.
Sono rimasto a bocca su pezzi come Pony Express, praticamente quello che hanno sempre fatto i Five Horse Johnson, e Renegade, come si possono concentrare in tre minuti e cocci gli ultimi Atomic Bitchwax, una jam infuocata..



Basta poi sentire il boogie violento che riescono a fare dentro i poco meno di cinque minuti di Ain't the truth, pazzesco..
Ma in generale Call of the wild è un bellissimo disco di rock Settantiano fiammante che non cade mai nel banale, persino quando si tratta di infilarsi in una jam psichedelica sui generis come Below the belt, Ted Nugent & co. fanno quel che sanno fare meglio, rumore..


Nessun commento: