29.6.13

Solo chi è fermo non sente le catene

Ogni tanto ci si illude di vivere di folgorazioni, di lampi che illuminano la propria esistenza e aprono varchi spazio-mentali prima chiusi e sconosciuti.
 Le folgorazioni 'via riff' capitano con una certa frequenza, è sempre una meraviglia, una goduria, bla bla bla.
Quelle via testo sono molto più rare.
Non sono solito leggere o dare molta importanza ai testi quindi certe folgorazioni capitano di rado ma quando arrivano sotto forma di testi in italiano per giunta è una botta per davvero.
Penso all'ep e a Sono all'Osso de Il Pan del Diavolo, penso a Legna dei Gazebo Penguins, testi che ho imparato a memoria al volo, come se avessi ancora la memoria fresca di un adolescente, che ho cantato a squarciagola ai loro concerti, testi che ogni tanto sciorino in altre situazioni guadagnando lo sguardo molto interrogativo di chi mi ascolta, e poi una gran bella risata.

I testi de Il Sopravvissuto dei Marnero sono  di ben altra pasta, non sono per nulla immediati, difficili da mandare a memoria al volo (anche perchè la musica non aiuta) come è difficile entrare dentro la loro burrascosa musica.
Il Sopravvissuto è il secondo disco di una trilogia, segue Il Diluvio Universale e pur non avendo letto i testi di Diluvio mi sono fatto un'idea del file rouge che lega i due dischi, il tormento di trovarsi in mezzo al nulla e per giunta nemmeno al centro ma sempre un pò defilato, mai in equilibrio neppure nel caos del nulla attorno. Una condizione esistenziale di perenne disagio tra il Possibile e l'Irrealizzabile. Il tutto sotto forma di prosa da diario di bordo, come l'ultima testimonianza di qualcuno che è forse sopravvissuto al Diluvio Universale ma non è per niente certo che sopravviverà a sè stesso.

Roba 'pesa' sullo stretto confine tra pippa e minchiata ma con un pò di immaginazione e una certa predisposizione per lo svolazzo intellettuale tutto quello che si legge suona di una profondità irresistibile.
E contando che i ragazzi in questione non penso abbiano superato i, sparo alto, 35 anni non fa altro che aumentare il fascino e la stima.

NON SONO PIU' IL GHEPARDO DI UNA VOLTA 

E quindi tutto bene, dai, a parte la vita... E a parte che persevero a riaprirmi la ferita
con la falce arrugginita, insomma, mi sa che sbaglio, a guardare il panorama ci si perde ogni dettaglio 
(a guardare ogni dettaglio ci si perde il panorama).
Tipo la mappa su cui sono, che mi ha un po' disorientato, che mi ruota sotto i piedi e mi dà il Nord sbagliato 
e mi manda in direzione dell'Oceano del Passato, (ma io non sono più il ghepardo di una volta che non sono mai stato).
Ma Orfeo, se vuoi voltarti, puoi girarti quando vuoi, lascia il comando della nave a Capitan SennodiPoi,
e nel frattempo gli avvoltoi mi continuano a mangiare quelle briciole di pane che ho lasciato galleggiare sopra il mare. 
Ma in fondo è meglio: mi fanno ricordare che il mio di tempo perduto non lo posso ricercare... 
Un granello di sabbia nella clessidra che continua a girare. 
Nel cerchio di mezzo la Luna Nera, è un abbaglio o al buio le cose si vedono meglio? 
Lo so mi sbaglio se mi incaglio nelle rocce ormai sommerse, 
nell'assenza di radici o in tutte le altre cose perse, nell'esilio dagli amici, 
nei miei vortici a spirale che trascinano anche me nel gorgo della solitudine stellare. 
E non avendo un focolare mi succede che non so dove tornare, 
quindi adesso barra a dritta, si procede, che dietro ormai la costa non si vede.
E avere fede in qualche stella non lo so se mi conviene che il vero volto delle cose è al buio che si vede bene.
Dito medio alle Sirene che mi hanno paralizzato cantando l'Irrealizzato del ghepardo che non sono mai stato.
Ho un veliero senza vele che mi porterà nel centro del caos in mezzo ad ogni possibilità
Non è il mestiere mio questo mestiere qua di galleggiare nel cerchio di mezzo sempre a metà ma sfasato dal centro un po' più in là.
Seguo il flusso delle onde e vedo il nulla all'orizzonte. 
Seguo il flusso delle onde verso il nulla all'orizzonte.


Da ascoltare tutto di un fiato, a ripetizione. Da scaricare aggratis. Da comprare i dischi. Da leggere con i testi. Da andarli a vedere dal vivo chè sono una valanga.

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