6.2.14

Stortume

Oltre a rimestare nei rimasugli del 2013 - oltre a Locrian anche i Terra Tenebrosa mi hanno sconquassato talmente tanto da non aver capito ancora cosa pensarne - comincio a grufolare anche nel porcile delle uscite di questo inizio anno e Oblique to all paths dei Culted si staglia come la prima release intrigante, mischiona e malata del 2014. E mai titolo fu più azzeccato, sto disco  davvero un rally tra i generi, nella loro bio lo descrivono 'slow blackened metal' ma rende solo parzialmente l'idea, la lentezza, il metal nero come la pece, un grande senso di oppressione e quegli inserti di spoken word che fanno tantissimo anni Novanta.


Non li conoscevo ma hanno fatto già un disco e un ep,  sono tre canadesi e uno svedese che non hanno mai provato insieme, non si sono mai conosciuti e probabilmente mai suoneranno dal vivo e solo grazie alla facilità di comunicazione di oggi sono riusciti a sfornare questo piccolo capolavoro.

Potrebbe essere davvero utile fare un track by track perchè solo solo nelle prime due tracce ci trovi funeral doom dronizzato per quasi venti bellissimi minuti, la traccia dopo invece sembra quella psichedelìa scura, dalle trame bizzarre e un pò malmesse, che fanno gli Oransi Pazuzu con coro (??) di urla filtratissime. Si prosegue con Intoxicant Immuration: riff alla Yob, macigni su macigni, percorsi sbilenchi e chiaroscuri, false partenze, cambi repentini di scenari e pura libertà (e anarchia) che mi ha ricordato anche il modo di procedere degli Aluk Todolo.

Citano Swans e Neurosis tra le loro influenze e si sentono tutte soprattutto i secondi, i Culted hanno sempre quella tensione che non ti abbandona mai, tipica dei Neurosis, i pezzi sono spesso su tempi cadenzati, rotolano massicciamente e inesorabilmente per poi dissolversi in rivoli di fumo nero, mutare forma in blip sintetici e ritornare cavernosi e bizzarri. I quasi dodici minuti di Transmittal sono un manifesto.
Niente mi toglie dalla testa che a volte i pezzi sono un pò scollati all'interno e sembra non si capisca bene dove vadano a parare ma è il "prezzo" da pagare per un disco fortemente umorale, bizzarro, ibrido.


Nessun commento: