9.1.07
Son soddisfazioni eh!
Se comprate il numero di gennaio di rumore, alla pagina dei report sui concerti sopra la recensione della serata degli Orange Gobin del dicembre scorso del grande Sorge c'è una foto scattata da me che è poi quella qui sopra. Vabbè il nome è stato sbagliato in Fransceso ma sono io.
Tutto molto semplice. Matteo della Garbage Dump Agency che ha organizzato il concerto ha chiesto sul forum di Perkele se qualcuno aveva fatto qualche foto. Ho regalato la foto migliore di quella sera, quando finalmente ero riuscito ad arrivare davanti. Diversi i tentativi da cestinare, compreso un tizio che avendo io trovato finalmente un varco per un bel primo piano al chitarrista mi piazza un bel dito medio davanti alla macchina fotografica. Risate, ovvio.
Dopo aver scritto qualche recensione su due-tre numeri su quella rivista, mi sono levato un'altra piccola inconsapevole soddisfazione.
Perchè ho smesso? Semplicemente perchè avevo già raggiunto il mio obiettivo, il mio nome là sopra, parlare al telefono con Sorge..basta così. D'altronde scrivi in primis per narcisismo, è la stessa cosa di quando vuoi imbracciare la chitarra a 14 anni, lo fai per narcisismo, per riempire il tuo ego, per gonfiarti un pò.
Dai, con sta scusa ho preso il numero di gennaio della rivista, non lo facevo da quasi un anno. Non ci trovo più niente di interessante dentro, a parte un interessante articolo di Cerati sulla recente deriva rock'n'roll che ha preso alcune band norvegesi come Chrome Division, Sahg, etc., formate da nomi di spicco del black metal scandinavo. Le recensioni ormai da tempo hanno smesso di coinvolgermi (magari una si, dai, quella degli Orne..). I miei ascolti e le scelte editoriali della rivista si sono semplicemente allontanati. Naturale. Sorge, Cerati, Raoul Duke hanno gusti nelle mie corde ma la rivista è ormai troppo asservita ai fenomeni pseudo-alternative indie rock, andava bene anche a me quando volevo roba fresca per le mie orecchie che non fosse più metal. Mi interessava approfondire fenomeni a me totalmente sconosciuti come i rigurgiti post-punk e noise americani, la scena elettronica degli anni Novanta, il crossover, l'hip-hop imbastardito dal rock, la new wave, l'ambient nuova e delle radici. Ora vale cento volte di più qualche giro approfondito su MySpace o il saltellare di blog in blog.
Lontanissimi i momenti in cui quelle recensioni le imparavo quasi a memoria, sottolineavo alcune frasi, segnavo i dischi da ordinare via telefono a Goodfellas, Wide, Disfunzioni Musicali o Contempo ( chi se la ricorda??). E poi Nannucci e Sweet Music.
Colleziono quasi tutti i numeri di Rumore dal numero 4 al più-di-cento, ancora custoditi nella mia ex cameretta a casa di mia madre. Molte ormai sono ridotte a fogli volanti. Per me, in assenza di internet, erano la bibbia della musica anni Novanta work in progress. Per questo le custodisco gelosamente. Lì dentro c'è un pezzo enorme di musica, un pezzo di storia della musica moderna. Rock, hip-hop, elettronica, Indie e derive varie.
E ancora oggi quando torno a casa pesco sempre qualche numero da iniziare rigorosamente dalla fine quando mi siedo sulla tazza del cesso. Cominciare a leggere Rumore sulla tazza del cesso è sempre stato un rito che devi rispettar.
Nostalgia, molta.
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3 commenti:
d'accordo su tutto. Tranne per il fatto che Rumore (che prendo dal primo numero) lo compro ancora e non riesco a farne a meno...grande Sorge e grande Raoul Duke!!
(il rito di rumore al cesso, io lo rispetto fedelmente da ormai 13 anni...mio dio!)
sei stato nominato!
vai sul mio blog!
Manlio
Un giorno mi vendicherò di tutti questi complimenti.
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