16.3.07

Fu Manchu e un calcio in culo

L'avevano detto i Fu Manchu che il prossimo album sarebbe stato una sorta di ritorno alle loro origini quando mischiavano proto-stoner con ardore hardcore. Bisogna ammettere che sono stati di parola. In We Must Obey aleggia un rinnovato spirito aggressivo che risalta ancora di più se si confronta questo album con il suono "pettinato" del precedente "Starting the Machine" e con l'aria solare di "California Crossing".

Per il resto i Fu Manchu rimangono sempre fedeli a se stessi,incarnazione di un fuzz-rock molto dinamico ed energico, stilisticamente semplice e di impatto.
Fa molto piacere sentire che nonostante non abbiano da offrire più niente di nuovo, quello che fanno sprigiona ancora buone vibrazioni, stavolta catturate su disco con la supervisione di Andrew Alekel (Weezer, Rancid, Queens of the Stone Age).
Il ritorno della band americana ad un suono grezzo e compatto è testimoniato da molti pezzi lungo la scaletta. L'iniziale "We Must Obey" è caricata a molla nei primi secondi e lanciata per i successivi tre minuti per stordire; discorso simile per "Knew It All Along", inizio "catchy" e sviluppo molto muscoloso.
Ancora pugni allo stomaco assestati su "Let Me Out", "Shake It Loose", la furiosa "Between The Lines". C'è tutto il Fu Manchu-style qui, già consegnato alla storia in una manciata di album spettacolari come King Of The Road e The Action Is Go, ma riproposto secondo uno spirito rinnovato che riesce ancora a conciliare velocità con riff "catchy", un suono granitico e compatto e ritornelli da cantare col vento tra i capelli.

In questa sarabanda di schiaffi, un altro pezzo magistrale come "Hung Out To Dry", brano di punta dell'ep che ha preceduto l'uscita di questo album, suona come il più gioioso e spensierato del lotto, vicino per certi versi allo spirito di "California Crossing". E la cover dei The Cars "Moving In Stereo" viene piegata allo stesso spirito.
Un paio di pezzi fuori dal coro come "Land of Giants" e "Sensei vs. Sensei" poi allargano lo spettro di questo album rendendolo definitivamentee godibile e interessante dall'inizio alla fine. Sensei vs. Sensei infatti vive di esplosioni nervose accanto a brevi dilatazioni "space" sottolineate da una chitarra morbida.

E chi se l'aspettava che uscivano fuori così.
A questo punto è d'obbligo la puntata al Rock Planet di Pinarella di Cervia (RA) il 19 maggio.

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