Messi in naftalina i Cave In tre membri su quattro si sono buttati nuovamente a capofitto nei loro progetti paralleli. Stephen Brodsky con gli Octave Museum, Caleb Scofield con i Zozobra, e Adam McGrath con i Clouds. McGrath è accompagnato da tali Jim Carroll con un passato nell'hardcore act The Suicide File e The Hope Conspiracy, Jay Cannava dei 27 e il misterioso Q alla batteria.
Dimenticate cosa fanno i Cave In, i Clouds sono molto diversi. Sembra siano caduti nel fantomatico pentolone di Obelix e ne siano usciti fuori totalmente ubriachi di Blue Cheer, Grand Funk Railroad e hardcore, entrambi proposti in modo selvaggio e furioso.
Immaginate dunque dei Wolfmother più sinceri e soprattutto con l'attitudine perdente, che si giocano il tutto per tutto ora e subito senza grosse aspettative o manie da rockstar. I tre si mettono agli strumenti e tirano fuori energia lungo gli otto brani che compongono questo primo album dal titolo pretenzioso come Legendary Demo.
Al rock più selvaggio, qua e là inevitabilmente influenzato anche dal blues, i Nostri dedicano diversi episodi, da New Amnesia a Pressure a Mountain Jim dove un'ottima coesione ritmicae esalta composizioni semplici e spontanee ma dai riff corposi.
Live for It Now invece urla hardcore-punk classico, roba fatta secondo le regole tanto classiche da apparire come l'ennesimo ingrediente obbligatorio per rendere quanto più eterogenea la proposta di questo disco.
Quello che invece è molto interessante è l'onda lunga che parte da Magic Heater e sfocia nel dub di Quartulli Dub. I due brani si reggono sullo stesso riff contagioso. Su Magic Heater i Clouds partono lanciatissimi per i primi quattro minuti, poi una brevissima pausa, farfugliano qualcosa tra di loro e un riffone grasso e grosso domina la scena per il resto del pezzo. Lo stesso riff rallenta, si sfilaccia e regge Quartulli Dub, un dub appunto di quasi venti minuti arricchito da sax schizofrenici e chitarre free.
Proposta dunque molto buona quella dei Clouds, da prendere così come viene. Al momento appare più una deviazione per divertimento che un progetto con una indentità ben precisa.
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