9.9.07

Domenica di Panza

La domenica c'è chi benedice il Kristo Re, io benedico la Panza. Oggi direzione Santa Maria della Versa, provincia di Pavia, nell'Oltrepò Pavese. All'appuntamento con un paio di amici partiamo in tre macchine. Sul posto già ci sono stato un paio di volte, ci si mette un'ora e mezza da Milano, tra l'altro se avete l'intuizione di prendere la statale la strada è bellissima, in mezzo ai campi, piena di cascine, odore di merda di vacca, paesini sonnacchiosi, balle di fieno everywhere.

E invece stavolta ci perdiamo per i colli del Pavese, paesaggio altrettanto bello, in mezzo alle vigne nere di Croatina, strade tutte curve, un ottovolante d'asfalto, ville meravigliosi, borghetti piccoli da paradiso. Ok, ma dopo un pò il sangue è al cervello. Fumo una sigaretta dietro l'altra, la fame aumenta sempre di più e ci mettiamo un'ora abbondante in più.
Recuperiamo finalmente l'indirizzo preciso chè il cazzo di navigatore è una macchina, devi dargli indicazioni precise.
Scopriamo che stavamo girando in tondo per i colli, scendiamo e in dieci minuti arriviamo al Fontanino, un ristorante di paese sulla statale per Montecalvo Versiggia.
Si inizia con un classico di salumi del luogo, Coppa su tutte, si prosegue con tre primi, un secondo di Coppa cotta per me, ottima. Ma ero andato là per i vini.
Stappiamo un bonarda vivace per le signore che non ho toccato, vade retro, la gente seria sbevazza due Pinot Nero rosso, uno fermo e profumatissimo, profondo e saporito, e uno più recente e leggero.
La giornata volge meglio, dopo pranzo, ci catapultiamo a Santa Maria della Versa per la Festa Patronale. La situazione mangereccia e sbevazzona continua. Provo a portarmi sulle spalle una pancetta da 50 kili ma non ci riesco, peccato.

Mi commuovo sui panini alla pancetta e con la salamella ma declino, idem per le torte della nonna fatte in casa, sembrano buone ma mi fiondo al vino. E' una sagra, si va ad offerta. Verso un euro, chiedo del rosso fermo, mi versano un Oltrepò Pavese (vitigno? casa vinicola? boh), buono, abbastanza dolce nonostante non sia vivace. Replico con un Croatina ma lo vedo subito, fa schiumetta nel bicchiere, lo lascio a tre quarti.
Cambio. Ci vuole un vino da dessert. Un Pinot Nero bianco va benissimo. Lo stappano per me, verso un altro euro e me lo scolo. Sono sazio di liquidi.
Mi metto in coda per la schitta, una specie di frittella sottilissima fatta con farina, sale, acqua e poi appunto fritta. Zucchero o sale a piacere, i locali ci mettevano il sale, io lo zucchero. Semplice ma autoscompattante nello stomaco.

Ci giriamo un pò intorno, c'è la gara del pestaggio dell'uva cum pedes, simpatica, mi sarei voluto mettere a canna sotto per assaggiare quello che ne veniva fuori.
Sulla strada per andare via ho sentito la chiamata della salamella e ho risposto. Ho buttato via il pane e l'ho ingurgitata in due bocconi. Ora sì, si può tornare a casa.
Non ho più dubbi, sta zona tra Pavia e Piacenza sono totali, l'Oltrepò è totale, posti meravigliosi, magnate come Kristo non se l'è mai sognate, bevute come Dioniso comanda.

1 commento:

Matta ha detto...

e purtroppo nella mia troppo breve sosta milanese tutto ciò mi sarà negato, visto che sarò lì in giorni feriali. Ma conto su di te, mio buon amico tavernaro, a portarmi a bere com'è di giusto....