17.1.08

2/ Nella Terra dei Puzzoni

La mattina cosa si decide? Ma di prendere la macchina. Ne ho pieni i coglioni, voglio andare a zonzo, camminare per km e guardare in alto e attorno a me tanto da farmi venire il torcicollo, starmene anche un pò solo perchè no ma questa piccola comitiva per adesso non si può sciogliere.

visto che si ha la macchina e gli amici domani partono si decide di sfruttarla al massimo e fare una capatina a Bratislava che dista 40 km. L'idea alla fine mi alletta, è un fuori programma, mi giro un pò un'altra città, un altro paese, altro tipo di autostrade, altro tipo di cartelli, altro tipo di caratteri, ormai ragiono così. Si va.

La strada è un pò ghiacciata e pioviggina, si decide di non avere fretta e si arriva lì per ora di pranzo. Ottimo, mi sono svegliato da un paio d'ore e già mi metto a tavola, questa è vacanza!

Prima però ci si perde un paio di volte, si fanno giri ad cazzum e ci si guarda intorno. Sarà la giornata grigia ma la sensazione che siamo in un paese ex comunista è fortissima.

Si seguono le indicazioni per il Centrum, sembra che la Slovacchia ci sia più vicina almeno linguisticamente evitando di omologarsi al Zentrum austro-ungarico. Posteggiamo con circospezione, ci vuole poco a posteggiare in un posto vietato, grazie al cazzo, con sti cartelli non ci si capisce una mazza.
Appena scesi dalla macchina ci vuole poco che qualcuno si rompe l'osso del collo, i marciapiedi sono ghiacciati. Il ghiaccio cola anche dai cartelloni pubblicitari davanti a un teatro sotto forma di stalattiti, ci avviciniamo ad una cartina della città che ha due dita spesse di ghiaccio. Fa freddo dolcezza ma non c'è umidità, eppure gli indigeni si muovono con totale disinvoltura e non hanno manco scarponi chiodati ai piedi, passeggiano spensierati. Ci sentiamo un pò come Totò e Peppino.

Guadagnamo il Centrum e ci imbuchiamo per la stradina dell'osteria. Ambiente caldo, non molti posti, menù anche in inglese, ci facciamo due conti con la corona slovacca a 0.033 euro. Alla fine il conto verrà in migliaia di corone, una cifra da infarto se solo non fosse per il cambio ma risultano circa 25 euro a persona per mangiare come dei sani porci roba assortita come zuppe, piatti a base di carne di maiale, agnello e manzo, birra e vino, dolce in quantità e caffè.

Serve una passeggiata per smaltire, continuiamo verso una piazza. I palazzi ricordano una nobiltà decadente che si difende bene dal passare degli anni, le chiese hanno reminescenze di barocco ma senza strafare, le strade del centro sono disseminate di statue in bronzo dalle pose buffe. E' normale spararsi le pose dietro il napoleone alla pecorina, facciamo i ragazzacci, non c'è quasi nessuno in giro ma qualche signorotta si sofferma a guardare le nostre pose plastiche al napoleone e ha più di un dubbio.
Tò c'è una Konfeterei. Dai, si entra per vedere che hanno. C'è una fontana a diversi piani che sgorga cioccolato. Chiediamo subito di avere una tazza di cioccolato proprio da là ma ci deludono spiegandoci che è solo a scopo dimostrativo. Intanto però una foto con la lingua di fuori davanti alla fontana non ce la leva nessuno.

Bene, hanno diversi tipi di cioccolata calda e assaggiamo anche dei pasticcini. Mica in piedi, ci sediamo un'altra volta.

Ok, dai, ora basta, rotoliamo verso un'altra strada, vogliamo arrivare al castello. Passiamo dalla chiesa di S. Martino, uno dei rarissimi esempi di questo viaggio in cui la chiesa è gotica fuori e gotica dentro. Perchè va detto, la maggior parte delle chiese visitate dentro mi hanno spesso deluso, il barocco là fuori ha fatto scempi, le commistioni tra radici medievali/gotici e successivi rimaneggiamenti barocchi sono stati frequentissimi, soprattutto nella zona degli altari, maggiore e minori, appesantendo un'architettura che invece è nata maestosa e semplice e che lascia senza fiato.


La strada per castello e in salita ovviamente e con la zavorra del passeggino di Flavietto non è facile, la strada è ghiacciata ai lati ma al centro ha ancora nevischio fresco e le scarpe hanno presa. Fino a due metri dall'entrata. Poi il ghiaccio è in ogni dove e Cristian allippa, ogni passo in avanti lo porta indietro, il corrimano è lontano ma bisogna appoggiarsi. Si mettono i freni al passeggino e si guadagna la presa solida del corrimano. Siamo 4 adulti attaccati al ferro e il passeggino in mezzo alla stradina fermo. Surreale.
Non si va più avanti e si decide di tornare indietro. Qua ti voglio. Cristian scende spingendo il passeggino obliquo e frenato e noi cerchiamo di appoggiarci a qualsiasi cosa ferma. Il castello s'affumò.

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