26.2.11

I said, they smoked the monster out

Non mi sono ancora abituato a girare a minchia per le lande dell'hinterland milanese in cerca di un locale. Eppure ho girato a minchia, oh se ho girato a minchia in questi anni.
Anche stavolta, per la seconda volta, raggiungere il circolo Arci Acropolis a Vimercate è stato un mezzo delirio, tra incroci di tangenziali, autostrade, caselli pagati a cazzo di cane. Ed eravamo in due, con due iphone, due google maps (che è precisissimo), due teste che non sapevano dove andare..

La seconda serata di A light in the fog non si poteva perdere, era importantissimo esserci per la "posta" in gioco, due band, Lunar Dust e King Bong, di belle speranze, con dischi già fuori o in procinto di, e già questo ha solleticato la nostra attenzione.

Arriviamo che i Lunar Dust hanno già iniziato e rimaniamo colpiti dal buon sound e groove che i ragazzi sanno mettere in campo, ok, uno stoner rock ancora canonico ma muscolare con l'unica piccola pecca, secondo me, della voce, impostata su un timbro alto quando invece ci avrei sentito bene un growl granuloso e "di pancia".

Tocca ai King Bong che a parte starmi simpatici mi stanno impressionando con il nuovo lavoro ancora non uscito (....) quindi ero curiosissimo di sentirli all'opera su un palco dopo quasi un anno che non li vedevo.
Bè, stando al concerto che hanno fatto mercoledì sembra che non li abbia mai visti. I ragazzi hanno fatto un salto di qualità eccellente su qualsiasi aspetto, strumentale e scenico. Saranno stati anche particolarmente in serata ma io e il mio socio siamo rimasti con la bocca aperta per tutto il set.
 
Set di un'ora precisa scandita da un orologio messo a centro palco che andava al contrario. Geni.
I King Bong mi avevano abituato all'imprevedibilità, i loro pezzi sono "oltre i generi", sono "post" qualsiasi cosa. Ci metti dentro psichedelìa, germi di Tool primordiali, ci metti dentro noise e free jazz-rock, ci metti dentro scampoli di Motorpyscho, di  Neurosis, di jam che "inspirano ed espirano" vita propria.
Diciamo che hanno elaborato il concetto di all-jam band alla Earthless spostando avanti le lancette dei riferimenti, allargando a dismisura il raggio d'azione, sperimentando sul palco anche qualche diavoleria di tastierino  e di loop che rendeva ancora più surreale e inatteso lo scorrere del concerto.

4 commenti:

Head ha detto...

ma le hai fatte con l'iphone?

romilar ha detto...

si, quella di Alberto con lo zoom, è venuta un pò sgranata. come sono, fanno schifo? di solito di giorno vengono ottime, al chiuso e con poca luce nonn sono mai perfette, e poi queste sono senza flash

Head ha detto...

no anzi, sono venute molto bene! prova a mettere su istagram o come si chiama, fa degli effetti veramente belli tipo lomografici/vintage. non so se è a pagamento o aggratis, per android io ho scaricato retrocamera ed è free... gli effetti sono veramente stupefacenti!

romilar ha detto...

si conosco istagram e ho anche l'app, è che devo ricordare di usarla