14.11.11

Motorhead at HMV Apollo - London 11/12/2011


Sarò stato a scapocciare sulla balconata, durante Ace of Spades, secondo pezzo dell'encore - il bis per gli italiani. Ovviamente era un pezzo che aspettavo da tutto il concerto, testate all'aria stando attento a non scaraventarmi giù dalla balaustra sopra altrettante teste in headbanging selvaggio, uomini e donne senza nessuna differenza.
E in mezzo a corna issate al cielo, occhi arrossati dagli spot delle luci sparate in faccia, diversi brividi e tanti momenti di commozione ricordando il nano che ogni sabato mattina saltella dopo aver scelto il cd, con Ace of Spades in cima alla playlist.
 Setlist di tutto rispetto con grandi classici uno dopo l'altro e un'intensità che non è mai calata, l'anello di congiunzione perfetto tra punk e metal che dal vivo esplode nella potenza fragorosa del power trio, basso/voce, chitarra e batteria e non serve niente altro.
Faranno quasi duecento anni in tre e suonano ancora con una carica devastante. Neanche tanto per caso, mi sono bloccato spesso a guardare Mikkey Dee, è un motore che pompa senza sosta, un muratore prestato alla batteria con due avambracci enormi, è l'unico che si deve fare il mazzo in sedici per portare avanti la baracca e lo spettacolo anche durante il drum solo, per altro molto piacevole; a Phil Campbell basta far ruggire la sua Lag e far tremare i muri pure del Circle Seat dove mi ero appollaiato; Lemmy, beh è Lemmy, 'nuff said, poco mobile, stivali da cowboy, capello a tesa larga, rickenbacker e camicia aperta, rantolo inconfondbile al microfono, Lemmy è i Motorhead, farfuglia sempre qualcosa tra un pezzo e l'altro, gli indigeni sembrano capirlo io straniero molto meno ma quando spara 'We are Motorhead and we are a fucking rock'n'roll band', butta benzina sul fuoco della platea, cala il drappo nero del Motorhead e la scritta England sotto e pure gli storpi e quelli con le stampelle - ce n'erano, ne ho visti cinque che su cinque mila persone sono una buona percentuale - alzano le corna (e le stampelle) al cielo. 
Intanto a Wembley Inghilterra batte Spagna ' one nil' e la bandiera con la Croce di San Giorgio sventola orgogliosa.

Ancora un giro di birre. Mi appoggio al corrimano sul primo gradino della galleria centrale e do una mano a più di una persona 'appezzi' a trovare la dritta via degli scalini scarsamente illuminati. Intanto la gente scende senza sosta e sale ricarica di birre in mano.
Perchè non vai a Londra solo per vedere i Motorhead e  per imbucarti al Record Exchange di Notting Hill per mezzo pomeriggio, ci vai anche per entrare finalmente in quel tempio che è l'Hammersmith Apollo - una volta Odeon - un teatro in piena regola con tanto di moquette e poltroncine comode sugli spalti in alto, un posto che hai soggezione a buttare il bicchiere di plastica vuoto a terra.
Un posto che ha otto bar dove non esiste il concetto di calca neanche per andare al cesso, e che anche la fila al cesso è un momento da pisciarsi sotto anche dalle risate, tra panze che si strusciano per passare da una porticina e triplette di rutti e piriti all'unisono.
Un posto dove l'acustica è ottimale pure per l'ultimo sfigato che ha trovato i biglietti affanculo sopra.
Un posto dove, nella hall al piano di sopra prima di accedere agli spalti si apre una balaustra centrale che guarda sotto e tutto attorno poltroncine comode rosso scarlatto e una parete piena di ciotole di candies a pagamento, per darsi la botta di zuccheri che serve.
St'anno scopro pure che permettono di uscire fuori a fumare entro una zona a doppia transenna  perchè il concerto è 'no readmission'. La doppia transenna dovrebbe servire sia ad impedire che qualcuno si infili senza biglietto e acceda alla hall ma anche che qualcuno in possesso di un circle seat traffichi con i bagarini fuori per avere un biglietto stall standing.
Posso dire che infilarsi sarebbe stato un gioco da ragazzi e che mercanteggiare pure e che io stesso ci ho provato senza successo.
Ed è in questo piccolo spazio che si concentra la Motor-umanità più varia, quella che non scolla la mano dal boccale di birra, un posto democratico dove che sei uomo o donna pesi la media di 120 chili e ti spacchi uguale, dove metallari e punk cazzeggiano insieme - le aperture di UK Subs e Anti-Nowhere League ha fatto accorrere gente appezzi di ogni tipo.
E così come hai visto entrare gente tutto sommato vestita la vedi uscita a petto nudo, braccia ancora alzate - anche quelli con le stampelle, si - e ascelle bagnate con l'espressione di fierezza e soddisfazione per aver assistito ad un evento del porco d*o.






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