8.4.12

La panza serve


Non era scritto, previsto, atteso ma non poteva esserci miglior warm-up per il Roadburn. Abituarmi al puzzo di alcol, di sudore, all'aria di merda, a trovarmi davanti sempre il solito vichingo anche se viene da Gallarate, a combattere per arrivare più vicino possibile al palco senza farsi impaurire dal muro umano.
Black Tusk & Red Fang, band viste già un paio di volte quindi la serata non era imperdibile sulla carta.
E' servita di sicuro a darmi la prova finale che i Black Tusk sono una band inutile ma divertente, che sono davvero l'ignoranza sul palco, la povertà di idee, la triste riscossa di un certo metal americano che ci spacciano per fico ma che non serve a una minchia. Savannah, Georgia, ha dato i natali a band di ben altro calibro.

Discorso diverso per i Red Fang, sì ignoranti ma con qualcosa da dire, i riff giusti, un bel tiro, i pezzi mediamente buoni con qualche sprazzo di luminosa intelligenza. Set carichissimo già di suo, a un passo dal delirio collettivo per un pubblico in costante mosh dal primo all'ultimo riff.
Magnolia super-iper-imballato, palco piccolo all'interno - scelta infame, solo un cieco non poteva non accorgersi che i Red Fang avrebbero fatto il super botto dopo l'apertura dei Mastodon qualche mese fa, e per di più a un terzo del biglietto -un amico ha la bella idea di provare ad avvicinarvi prendendo la laterale. Detto fatto, appena infilato un minimo decente per vedere qualcosa, sono stato letteralmente 'caught in a mosh'.
Il mosh è democratico, da una possibilità a tutti di arrivare vicino, finisce che entrato nel mosh a sinistra del palco arrivo all'estrema destra e lì comincia la lotta di posizione. 
Evento-toccasana che mi ha tolto parecchie tossine di dosso, mi ha ritemprato mentalmente ma meno fisicamente, sono uscito fuori che ero un guerriero nuovo. Affanculo, la panza mi serve eccome, in situazioni come queste.

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