Ha appena iniziato ad ingrandirsi il numero di persone che usano Skype con il VOIP o con la telefonìa e già si grida al pericolo per la sicurezza dei computer coinvolti.
Skype oggi ha appena lo 0.5% del mercato della telefonia ma già i concorrenti stanno affilando le armi per contrastarlo non tanto attraverso una sana concorrenza quanto ostacolando la interoperabilità dei protocolli utilizzati. usando protocolli proprietari i concorrenti non permettono all'utente di chiamare altri utenti che utilizzano software diversi. Parlacom, società di France Telecom, è già partita e Telecom Italia è ai nastri di partenza. Entrambe con propri protocolli. Punto Informatico ne parla in maniera abbastanza chiara.
Mi sembra di aver capito che gli ostacoli non esistono per chi chiama da pc a pc.
Piuttosto, sempre PI mette in evidenza alcune ricerche recenti secondo cui Skype è un potenziale portatore di virus e trojan soprattutto in ambienti di lavoro come gli uffici i cui computer sono spesso collegati in una rete interna:
[...]
"Skype funziona inoltre con la logica del peer to peer: non ha server centrali, ma assegna ad alcuni utenti (inconsapevoli), in modo dinamico, il ruolo di supernodi. Una piccola parte delle loro risorse di banda, memoria e Cpu, sarà usato dal network (dai nodi, gli altri utenti) per fare telefonate. Chi installa Skype accetta insomma la possibilità di diventare supernodo inconsapevole e, in cambio di telefonate gratis, di cedere parte delle proprie risorse a beneficio di tutti. Il che permette a Skype di migliorare le efficienze nella gestione delle telefonate, ma il rovescio della medaglia è che sui computer di alcuni utenti avvengono operazioni non tanto trasparenti". [...]
E già è pronto lo Skypekiller.
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