21.2.10

Random

Intanto che mi preparo per il 2 Marzo, il nuovo omonimo dei White Hills è a dir poco lisergico, le ultime esperienze al Magnolia per OM e ancora peggio i Melvins mi hanno lasciato l'amaro in bocca.
Per i Melvins tendone imballatissimo tanto da non riuscire a mettere mezza testa dentro, per gli OM situazione leggermente più gestibile, bel set, punta assoluta le due "Cremation Ghat", Lichens oltre che all'apertura ce lo siamo trovato di nuovo sul palco a dar man forte con chitarre e diavolerie varie ed è stato un plus vero. Peccato per i suoni, voce troppo bassa, basso spesso poco pastoso e troppo metallico.
Mi domando cosa cazzo gli prenda a certi fonici o a chi/cosa per loro negli ultimi tempi.

Mi cominciavano a mancare i concerti giusti nei posti giusti con poca gente ma giusta e soprattutto suoni giusti.

Giovedì ai Nebula sembrava un dejavu. LoudNine e Veracrash sparati a volumi eccellenti, Eddie Glass & co. partono invece con la sordina davanti agli ampli.
A quel punto ancora più doveroso spingersi davantissimo per sentire se la pacca c'è.
Si c'è e pian piano la situazione si stabilizza ma cristo santo l'attacco del concerto con The Dagger deve essere esplosivo!
Glass smanaccia davanti e dietro l'ampli, vuole aprire i cancelli dell'inferno? siamo qua davanti apposta.
Vedersi Fu Manchu e Nebula a distanza di una settimana fa bene alla pelle e alla psyche, molto meno al collo. Grandi riff e tanto testosterone i primi, grandissima classe i secondi e ne abbiamo bisogno ancora per molto tempo.
Glass è un magrissimo bohemienne di fine millennio, esangue incarnazione di un immaginario Iggie Hendrix, o la perfetta sintesi dei Mudhoney in un unica persona.
Sprizza heavy psych dall'inizio alla fine il set dei Nebula e più va avanti più rende, pescano tanto da Heavy Psych e tanto da To the center.
Lascia Oswald dietro le pelli, entra Jimmy Sweet, i Nebula perdono in potenza, ne guadagnano in leggerezza e il set si spinge tranquillamente verso divagazioni garage.

Fu Manchu al Latte+, situazione ideale, posto ben guarnito ma vivibile, si accede facile davanti alle Vans di Scott Hill e di lì non ci si smuove. Guadagno una seconda fila comoda e rimango comodo menando fendenti di testa avanti e indietro, mi guadagno il mio spatio vitae.
Sono bello ingiubbottato, sudo, sudo tanto, tanto.
Guadagno i legni del palco come un velociraptor il pezzo prima di Hell on Wheels e non mollo. Gente comincia a pogare timidamente, mi viene addosso, penso sia quello a cui ho fottuto il posto ma non mollo anzi carico un gomito, non si sa mai.
Mi denudo e parte Hell, faccio il funerale a muscoli e tendini del collo per una buona causa, sa solo il cristo satana quante volte me la sia sparata st'estate quel pezzo ed è il momento giusto per tributargli rispetto massimo.
Esecuzione tanto perfetta che neanche King of the road che arriva poco dopo mi sembra così in palla.



Questa non parla del concerto di Brescia ma di Ravenna, per il resto è quello che avrei dovuto dire io. E queste sono le foto che non ho fatto, del resto non ero a Berlino.

3 commenti:

Head ha detto...

purtroppo il tendone del magnolia è così... solo i dillinger escape plan si sono salvati, hanno devastato tutto!

Dave Ratinho ha detto...

Per i Fu Manchu mi sono mangiato le mani, che peccato non averli MAI visti!

romilar ha detto...

Cacchio dave, era doveroso!