17.2.13

Here we go now!

E' vero, a volte sono troppo indulgente verso band e uscite che in qualche modo sono per me di casa, vuoi perchè seguo la band da anni, l'ho vista sui palchi nelle varie fasi di crescita e maturazione, sono diventanto un vero fan e 'sostengo la scena' andando ai concerti, comprando merchandise e cd.
Di tutte queste spiegazioni probabilmente la più vera è 'seguo la band da anni', mi sono affezionato, conosco i componenti, li trovo gente super onesta e alla mano quindi il fatto che facciano musica che mi piace è solo la ciliegina sulla torta di un bel rapporto umano.


E con i Midryasi il discorso non si sposta di una virgola. Ho condiviso con alcuni di loro frequentazioni virtuali sul forum di perkele.it e fisiche con partenze al Roadburn, passaggi in macchina, etc.
Quindi se leggi che il loro nuovo disco Black, Blue & Violet è fantastico prendilo con le pinze ma non andare più sotto di ' è un gran bel disco'. Anche perchè, lo dico subito, come suonano (nell'insieme) i Mydriasi non l'ho mai sentito da nessuna parte nel panorama odierno ma sono pronto a ricredermi se mi date due dritte, c'è sempre da imparare.
Black, Blue and Violet è già uscito in cd per la My Graveyard Productions e uscirà molto presto in vinile per la neonata Rockwolf records, la cui nascita è un evento che sento un pò anche mio e che per cazzi e mazzi non ho quagliato al momento giusto.

Fuori da ogni specifico calderone doom, occult rock, retro rock, vintage rock o salcazzo che altra stupida classificazione tireranno fuori domani, i Midryasi hanno qualcosina di tutto questo ma lo rielaborano in maniera molto personale; i pezzi del disco suonano oscuri e psych - nel senso di psicopatici, ascoltatevi Diagonal e ditemi se a sentire la voce e le tastiere non vi immaginate un grosso unico occhio spiritato che veglia sopra di voi -  ma rocciosi e pieni di spunti da scoprire con gli ascolti, spesso nascosti tra le pieghe dei pezzi quando invece non sono proprio evidenti come la parte finale della title track o la bellissima Hole of the saturday night,  carica di svolazzi di hammond e di un efficace rallentamento molto Sleep a metà pezzo.

Personalmente spesso ci sento anche un sapore di dark wave anni Ottanta sotto traccia e diversi omaggi stilistici a Roger Waters nel modo di cantare di Convulsion.
Ma il primo e fondamentale aspetto del nuovo disco è che sono tutte canzoni. Possono metterci tutti gli spunti che volete ma i Midryasi fanno canzoni in piena regola e per giunta belle, il chè oggi è una merce molto molto rara.
In pieno stile 'dissociativo' e fuori tempo, i Midryasi hanno una pagina bandcamp ferma al vecchio disco del 2009, men che meno il disco si trova in giro da scaricare, io me lo sono comprato, tiè.


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